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La coppia perfetta - 3


di July64
11.08.2019    |    9.605    |    10 9.5
"” Mi baciò di nuovo e mi abbracciò, sussurrando: “Grazie, grazie..."
LA COPPIA PERFETTA


Capitolo 3



PARTE QUARTA - LA RESA

Restarono sdraiati tutto il giorno legati ai loro letti, in attesa. E li lasciai lì fino alle cinque del pomeriggio. Poi andai da lei, la slegai, lasciai che si alzasse, le presi la mano e la condussi nella stanza del figlio. Era una piccola stanza, con un letto singolo piccolissimo, un tavolo ed una sedia. Avevo rimosso tutta l’attrezzatura per legarli, cinghie, imbracature, sollevatore. James era seduto sulla sedia, nudo e slegato. Fissò la madre, anch’essa completamente nuda, poi distolse lo sguardo. E anche lei fece lo stesso. Merda, mi ero davvero stancata di questi atteggiamenti.

“Sono stanca di giocare a questi fottuti giochi! Voi non lascerete questa stanza fino a quando non scoperete fino all’esaurimento ed io non avrò verificato che continuiate questa vostra relazione, così importante per la vostra felicità. Voi due siete fatti l’uno per l’altra, siete una coppia perfetta, non negatelo. E fino a quando non ve ne renderete conto starete qui.”
Mi diressi alla porta. Era il momento di lasciare da soli i due piccioncini.

Lasciai la stanza, chiusi a chiave la porta e andai nella stanza attigua, ove era situato lo specchio che mi consentiva di osservarli senza essere vista. Mangiarono in silenzio la cena che avevo portato loro, poi si sedettero lì, a fissare il muro almeno per un’ora. Ritornai verso la stanza, aprii la porta e annunciai: “E’ ora di andare a letto”. Poi me ne andai. Abbassai le luci, ma non così tanto da non poter vedere i movimenti successivi. Essi guardarono il letto: era ad una piazza, quindi abbastanza grande per due persone, ma solo se distese una sull’altra. Questo era il mio piano.

“Dormirò sul pavimento”, disse James. Ma i mattoni erano freddi e lui era completamente nudo. “No, va bene il letto” disse lei. “Staremo bene”. Il letto era così piccolo che ci potevano dormire insieme solo se girati di lato. Lei si mise dietro di lui. James aveva il grande seno della madre appoggiato sulla schiena e i peli della fica che gli solleticavano le natiche. Poi sentiva il suo caldo respiro affannoso sul collo. Provò a combattere, ma il suo pene ricominciò a prendere vita.

“E’ così bello e virile”, stava pensando Marilyn, “ma è mio figlio.” Si sforzò, ma non riuscì a combattere l’impulso. La sua mano sfiorò la coscia del figlio e delicatamente si posò sulla gamba. Lui si irrigidì ed il suo pene ricominciò a crescere. Lei gli carezzava delicatamente la coscia, ma così facendo la mano della mamma si avvicinò sempre di più alla sua ormai enorme erezione.

Entrai nella stanza. Marilyn trattenne la mano, consapevole che si stavano sempre più avvicinando al punto di non ritorno. Le dissi, con voce tenera e suadente: “Te lo ripeto, mia cara, hai già fatto l’amore con lui; che differenza c’è a rifarlo ora?”
Mi rispose con altrettanta calma: “So di aver sbagliato, ma la differenza è che sono stata manipolata e costretta ad avere rapporti sessuali con mio figlio.”
“E’ vero”, le risposi. “Ma questa volta, se vorrai farlo, sarà esclusivamente per tua libera scelta.”

James era impietrito lì, e tremava leggermente alle carezze della madre. Della madre o della sua amante? Far l’amore con suo figlio era contro i suoi principi più radicati. La sua mente continuava a dirle che era peccaminoso, perverso, immorale e anche dannoso, per entrambi. Però la sua fica già grondava di umori ed il suo cuore batteva per lui in un anelito di speranza. Lei lo voleva, aveva un bisogno estremo di avere nel profondo della sua fica quella enorme virilità che pulsava a pochi centimetri da lei.

L’incesto e le virtù morali sono una dannazione, ripeteva tra sé. E lei lo desiderava da morire e faceva appello a tutte le sue forze per vincere quella resistenza che le avrebbe consentito, finalmente, di varcare la soglia e infine fare di suo figlio il proprio amante. Alla fine ammise con se stessa ciò che io le andavo dicendo da giorni: il loro destino era quello di essere amanti, niente avrebbe potuto fermarlo, era inevitabile. E lei lo sapeva.

James tremava accanto a lei: “Mamma?”
“Ssh, piccolo” gli sussurrò lei, baciandogli la spalla. La sua mano gli scivolò sulla coscia, sfiorò i suoi testicoli e scivolò verso l’alto, su per la lunghezza della sua virilità.
“Wow! E’ così lungo e duro! E l’ho fatto proprio io così” mormorò quasi tra sé Marilyn.
Avvolse delicatamente il pene del figlio con le dita e cominciò ad accarezzarlo, muovendolo delicatamente in su e in giù. “Ssh, piccolo, è tutto a posto.” gli disse con amore. “Lascia che mamma ti faccia sentire bene”, gli sussurrò.

Queste parole lo calmarono. Il suo membro, così teso e duro come un pezzo d’acciaio cominciò a pulsare sotto il tocco amoroso della madre. Era caldo e meraviglioso. Ma sarebbe stato ancora meglio dentro di lei. Così Marilyn si sedette e lo girò con la schiena sul letto. Si abbassò su di lui e lo baciò a lungo, con forza. Non fu un bacio madre/figlio. Gli infilò la lingua profondamente in bocca e gli accarezzò dappertutto lungo il corpo muscoloso. Gli premette le sue generose tette sul petto, si mise a cavalcioni su di lui e guidò la sua pulsante erezione verso le labbra della sua fica. Arrestò il movimento dei suoi fianchi per un attimo, rendendosi conto che ora davvero stava per attraversare il punto di non ritorno. Era andata troppo oltre per potersi fermare. Ormai doveva solo proseguire per quella strada. Sollevò la sua bocca da quella del figlio e sospirò. Non un sospiro di resa, bensì di consapevole, lussuriosa passione.

Così, con un grido gutturale, abbassò repentina i fianchi sul membro di suo figlio. La sua fica allagata fece scomparire in un attimo tutta la lunghezza del pene. Lo tenne fermo dentro di sé, assaporandone tutta la sua durezza, la forza e la lunghezza, con la bocca su quella del figlio, le lingue che si incrociavano. Poi cominciò a spingere e a sollevarsi. I suoi fianchi si muovevano con frenesia, mentre donava al suo giovane uomo l’amore di tutta la vita. Lanciando un urlo esplose in un orgasmo furioso. Le porte del paradiso si aprirono e la sua fica lasciò sfuggire un mare di umori che lubrificarono ancora di più la benvenuta intrusione di quel meraviglioso pistone che le batteva forte nel ventre, mentre si muovevano insieme nel loro glorioso impegno amoroso.

Quando lui inarcò la schiena e le riempì la fica di sperma lei continuò ancora a contorcersi e a danzare su quel meraviglioso arnese. Lui era giovane e perennemente eccitato. Le labbra di lei erano sempre sul corpo del figlio, eccetto quando erano spalancate nelle urla degli orgasmi che, a ripetizione, stavano sconvolgendo il suo corpo. Alla fine, con la fica sempre piena del membro del figlio, si stese su di lui e lo baciò selvaggiamente, scambiando fiumi di saliva che passavano da una bocca all’altra.

L’avevano fatto, madre e figlio finalmente avevano fatto l’amore. Stavolta che avevano scopato senza le mie manipolazioni si crogiolavano nel torpore dell’amore senza vergogna. Stavolta la loro passione e la loro lussuria erano stati i fattori motivanti. Alla fine essi avvertirono soltanto appagamento e gioia, conoscendo la dolce felicità di far l’amore con chi si ama tanto intensamente.

Dopo aver preso fiato, si rivoltarono sul letto senza che il membro di James uscisse dalla fica della madre e senza cadere dal letto. Lei avvolse le gambe attorno alla vita di lui e sollevò i fianchi verso l’alto per farsi penetrare ancora più profondamente. “Dai, scopa forte la mamma” lo sollecitò, tirandogli il viso sulle tette. Subito lui si sollevò sulle mani e cominciò a pompare sua madre con vigore. Le grandi tette sobbalzavano ad ogni spinta. “Più forte, amore, più forte, piccolo mio”, urlava mentre raggiungeva un orgasmo furioso e ricopriva il membro del figlio con il miele dell’amore che fuorusciva dalla sua fica. James sussultò e cominciò a tremare. Marilyn appoggiò i piedi sul letto ed inarcò la schiena, forzando il figlio ad entrare ancora più profondamente nella sua fica che stava per ricevere la dolce e ricca ricompensa del suo seme.

“Dai, piccolo, riempi la fica della mamma di sperma, vieni dentro la tua mamma, piccolo mio” gridò lei venendo con lui. “Oh, ti amo, piccolo mio, amore mio!"
“Oohhh” gridò James, svuotandosi dentro di lei. “Ti amo, mamma!”

Mi sentivo felice mentre li osservavo. Tutta la pianificazione e l’allenamento avevano dato i loro frutti. Ora non erano più madre e figlio, erano amanti e finalmente non se ne vergognavano. Il che era positivo, perché avevo programmato che fossero amanti per tutta la vita. Si sdraiarono insieme baciandosi e sussurrandosi parole d’amore, come gli innamorati. Ma subito ripresero a fare l’amore e dopo meno di un’ora James aveva riempito altre tre volte la fica della madre. Alla fine Marilyn sospirò: “Oh, piccolo, com’è stato bello. Come stai bene dentro di me!”

James non era sicuro di cosa dire. Dopo tutto sua madre l’aveva scopato come una ninfomane. Tutto ciò che lui aveva pensato sinora della madre era cambiato così tanto negli ultimi giorni. E lei, come una brava madre, conosceva il suo bambino. “Tesoro” disse lei, “so che è sbagliato, ma è così bello. E’ così giusto essere qui con te, tra le tue braccia, dentro di me. Io ti appartengo e tu mi appartieni. Da qui è iniziata la tua vita, come potrebbe essere sbagliato per te essere tornato di nuovo qui? ”

Lui le sorrise e la baciò. Non come un ragazzo bacia la sua mamma, ma come un uomo che bacia la sua donna. Lei sospirò e lo strinse forte: era l’uomo perfetto per lei. I loro fianchi ricominciarono a muoversi l’uno contro l’altro, mentre il membro, che non era mai uscito dalla fica, ricominciava a scivolare dentro e fuori. Marilyn sollevava il sedere per assecondare i movimenti di lui, i suoi succhi scorrevano, le tette rimbalzavano. Dopo essere venuto per la quarta volta nella fica di sua madre, James si accasciò esausto. Andai a prendere da bere per tutti: ce lo meritavamo!

Quando tornai con i drink trovai Marilyn in piedi contro il muro, con le braccia attorno al collo del figlio e le gambe attorno alla sua vita: lui l’aveva presa in quella posizione e la stava scopando forte, sollevandola in aria ad ogni colpo. Il viso di lei si contraeva per la lussuria scatenata dall’amplesso e lasciava trasparire chiaramente che se la stava godendo un mondo. Ogni volta che il membro di James si conficcava in lei dalla sua gola usciva un gemito di piacere.

L’espressione del viso di Marilyn mutò soltanto al momento dell’orgasmo: la sua bocca si spalancò e lei emise un rantolo, un lungo gemito e si accasciò nelle braccia del figlio. Improvvisamente il suo viso si contorse, mentre suo figlio la riempiva ancora una volta del suo sperma. L’orgasmo fu così intenso che caddero a terra e rimasero lì, ansimanti, per diversi minuti.

Continuarono a far l’amore in ogni angolo della stanza, letto compreso, fino alle 11. Dopo l’ultimo, squassante orgasmo, lei crollò su di lui e cadde addormentata, con il membro del figlio ancora dentro di lei. Mi misi a dormire nella stanza attigua, accanto alla specchio segreto, in attesa di un’altra spettacolare performance dei due amanti.

Fui svegliata verso le due del mattino dal rumore di un’altra scopata. Stavano facendo di nuovo l’amore, ma questa volta sul letto, nella posizione a cucchiaio. Erano davvero instancabili. Lei arrivò almeno due volte e lui (gli avevo insegnato proprio bene) attese che la madre fosse pienamente soddisfatta prima di scaricarsi in lei. Dopo l’orgasmo ripresero a dormire come se nulla fosse accaduto.

All’alba fui risvegliata ancora dai gemiti di lui: Marilyn aveva svegliato suo figlio con un pompino. Mi alzai e andai allo specchio per godermi lo spettacolo. Lui succhiava con gusto l’enorme membro del figlio e dopo parecchio tempo fu premiata con un sorso di sperma giovane e caldo. Lei asciugò completamente il membro con la bocca, poi fece oscillare i fianchi in modo che il suo sedere fosse a contatto con il viso del figlio. Seduta sulla faccia del figlio lei emise un gemito quando la lingua di James penetrò profondamente nella sua fica. Dopo un po’ si contorse in un altro orgasmo e ricoprì il viso del figlio con la sua crema calda. Poi si posizionò con i fianchi sulla sua erezione pulsante e si abbassò: un sussulto le sfuggì dalle labbra mentre suo figlio scompariva di nuovo in lei. Scoparono per tutto il giorno.

Li guardai a lungo, poi decisi di andare a preparare il pranzo. Quando fu pronto, depositai in silenzio il vassoio con i piatti e le bevande sul tavolino per non disturbarli, ma loro non se ne accorsero nemmeno. Dopo circa un’ora li sentii gridare forte. Mi precipitai allo specchio e vidi James che scopava sua madre nel culo. Lui aveva già introdotto una buona metà del suo mostro nello stretto buco della madre, che non manifestava segni di disagio, anzi sembrava godersela tanto. Lui le strinse i fianchi mentre si sforzava di spingere in avanti. Dallo sguardo sul viso di lei, estatico e smarrito, mi resi conto che stava perdendo la sua verginità anale…
Lentamente, ma con gentilezza, entrò dentro di lei fino a quando il suo membro enorme non scomparve completamente nel culo della madre. Era una scena davvero eccitante. Mi stavo bagnando come se stessi scopando.

Non potevo crederci: lui aveva il suo enorme affare tutto nel tratto anale di sua madre. “Ooohh, piccolo” lei ansimò rauca, sentendo il suo lunghissimo bastone infilato completamente nel retto. “Mi sento completamente piena, mi scoppia il ventre, lo sento fino nello stomaco!”
Poi si tirò leggermente indietro e spinse ancora, e ancora. Lui dovette sorreggerla, fino a quando non crollò per il piacere di essere stata sodomizzata da quell’immenso bastone di cui era dotato suo figlio.

Facendo una smorfia, gli disse: “Dai James, dammelo tutto, fammi sentire riempita da quel bastone enorme. Mi sento il culo dilatato all’inverosimile. Mi fa male, ma mi fa godere tanto.”
“Oh, mamma” rispose lui, “sento il mio cazzo stretto in una morsa di velluto bagnato. Com’è stretto il tuo culo, ma è bellissimo!” gemeva James, mentre pompava con spinte lunghe e forti. Ormai ben lubrificato, il suo membro entrava ed usciva agevolmente dallo stretto canale di sua madre, definitivamente aperto.

Con un brivido ed un grido le scaricò un’altra ondata di sperma nel culo. Lei emise un urlo rantolante sentendosi riempire ancora, ma questa volta all’interno del suo retto in fiamme, da un’ondata di sperma caldo. La sua fica rilasciò un mare di umori, esattamente come in una eiaculazione maschile. Crollò sotto di lui. Il membro di James, ormai morbido, sgusciò con un “pop” fuori dal culo della madre, che ancora spalancato lasciò uscire rivoli di sperma, che scivolarono sulle sue cosce e sul letto.

Ebbi la visione del suo buchino, precedentemente molto stretto, che avevo già leccato con avidità, ora spalancato come una caverna che dalle sue profondità lasciava uscire sperma in gran quantità. Anche James crollò su di lei, che giaceva sul letto gemendo di dolore e di piacere nello stesso tempo. Però dovette piacerle molto questa prima esperienza anale, vista la sua espressione felice ed estatica. Da allora non passò giorno che l’uccello di suo figlio non si facesse strada in quel buco, ormai adattatosi alle smisurate dimensioni.

Per tutta la settimana si comportarono come due sposi in luna di miele. Si fermavano soltanto per il tempo necessario a mangiare qualcosa. Fecero sesso in ogni posizione immaginabile. Lasciai sul tavolo un libro che descriveva tutte le posizioni dell’amore e sono certa che le provarono tutte. Erano pieni di desiderio reciproco, ma c’era un’altra cosa da realizzare prima di lasciarli andare via.


PARTE QUINTA - LA FECONDAZIONE

Dopo una settimana andai da loro. Ovviamente stavano scopando quando entrai nella stanza. “Fate con comodo, piccioncini” dissi loro. Finirono di scopare e poi, seduti sul letto, mi guardarono.
“Quando potremo andare via?” chiese Marilyn, con la sborra di suo figlio che le scorreva tra le gambe. “Abbiamo fatto tutto quello che ci hai ordinato.”

La guardai e sorrisi. “Potrai andartene soltanto quando sarai incinta di tuo figlio. Non dovrebbe volerci molto, considerato quanto avete scopato!”
Marilyn mi fissò a bocca aperta. “Sei veramente malvagia” mi disse, nonostante tutto quello che avevo fatto per lei. “Davvero malvagia!”

“Come puoi dire questo, dopo tutto quello che ti ho dato?” replicai. “Quando avrai un bambino che cresce nel tuo ventre mi ringrazierai per avertelo fatto fare. E’ la più grande prova d’amore che potresti dare a tuo figlio quella di diventare madre del suo bambino! Vorresti per caso scopare con qualche altro che non fosse tuo figlio?” La risposta era più che ovvia, quindi proseguii: “Vi terrò ancora chiusi in questa stanza e vi suggerisco di farlo!” Come se avessero bisogno di incentivi…

Lasciai la stanza ed andai in quella contigua. Mi avvicinai allo specchio. Lei fissò la porta per un po’, poi guardò a terra, persa nei suoi pensieri. Si rivolse a suo figlio, in piedi, completamente basito: “Hai sentito quello che ha detto?” sospirò ancora e prendendo per mano lo condusse al letto, si sdraiò ed allargò le gambe. “Dobbiamo fare l’amore in questa posizione, in modo che il tuo seme rimanga dentro di me e non esca.”

“M-mamma… sono…” balbettò.

“Non chiamarmi così. Il mio nome è Marilyn, amore mio. Sono la tua amante, sono la madre di tuo figlio, sono l’amore della tua vita. Sherri ha perfettamente ragione: io non potrei fare l’amore con nessun altro che non sia tu. E comunque non vorrei mai avere altri uomini all’infuori di te. Amo te e nessun altro e voglio un figlio da te.”

“Ti amo, Marilyn” disse lui montandola ed infilando tutto il suo membro dentro di lei.

“Ti amo, James” rispose lei con un rantolo, sentendo suo figlio tutto dentro di lei. “Ti amo tantissimo, piccolo mio.”

Ma non era l’amore di una madre per il figlio. Essi erano appassionatamente innamorati e stavano facendo l’amore come mai avevo visto prima. Forse la gioia e la passione che stavano provando e realizzando non avrebbe avuto mai fine. Marilyn stava per essere ingravidata da suo figlio e non aveva mai desiderato tanto una cosa così bella nella sua vita. Stava per diventare la madre del figlio di suo figlio.

Facevano l’amore ogni giorno e ogni notte. Tutte le mattine andavo a prendere un campione di urina. Alla fine di luglio sono andata da loro per annunciare la buona notizia. “Congratulazioni, Signor e Signora McIsaac, state per avere un bambino!”

“Oh, sì” ansimò lei, andando ad abbracciare forte e a lungo il suo uomo. Poi si volse a me e mi gettò le braccia al collo stringendomi in un abbraccio e poi baciandomi appassionatamente. “Ti ringrazio tantissimo per tutto quello che hai fatto per noi, Sherri. Grazie per avermi presentato l’uomo perfetto. Grazie mille per averci costretto a renderci conto che eravamo fatti l’uno per l’altra.

Le restituii il bacio. “Sei stata tu a farlo, 18 anni fa, mia cara! Chi avrebbe indovinato, quando stava crescendo dentro di te, che sarebbe tornato per piantare il seme della vita nel tuo ventre e diventare l’amore della tua vita? Hai trascorso tutti questi anni allevandolo per essere l’uomo perfetto. L’uomo per te, il solo uomo per te.”

Mi baciò di nuovo e mi abbracciò, sussurrando: “Grazie, grazie.”
James si avvicinò e ci strinse entrambe tra le sue braccia. Il suo membro, in piena erezione, premeva contro le nostre cosce. Marilyn abbassò lo sguardo sulla sua virilità: “Quella cosa lì non diventa mai morbida. Non sono più una ragazza…” E ridemmo insieme.

“Nulla batte un giovane, sempre duro, sempre eccitato. Proprio quello di cui hanno bisogno le donne della nostra età!” replicai.

“Hai ragione” approvò Marilyn. “Tu hai capito tutto della vita e lo hai insegnato anche a noi.” Poi mi guardò. “Però puoi darmi una mano con lui…”

“Certamente!” risposi. “Ma andiamo di sopra, nel mio letto. E’ grande abbastanza per tutti e tre.”

Una volta di sopra, Marilyn premette il viso tra le mie cosce e mi leccò fino a quando non venni. James si mise di fronte a me e gli presi in bocca il cazzo palpitante. Aveva un sapore così buono, ricoperto dai succhi della madre. Una volta che la mia fica fu ben lubrificata dagli umori del mio orgasmo e dalla saliva di Marilyn, lei fece avvicinare James e guidò la sua enorme virilità nella mia fica bagnata. Era così bello riaverlo dentro di me dopo quasi un mese di assenza! Marilyn si mise a cavalcioni con la sua fica, ancora piena del seme di suo figlio, direttamente sulle mie labbra. Cominciai a bere il succo dell’amore di una madre e di suo figlio. James scaricò dentro di me un’altra ondata di sperma e quando terminò sua madre si abbassò sulla mia fica e cominciò a succhiarmi. Arrivai ancora, spruzzando nella sua bocca i miei succhi ed il seme di James.

La mia leccata fu interrotta dall’enorme cazzo di James, che vicino al mio naso penetrò nella fica di Marilyn, che continuò a leccarmi fino a provocarmi un altro orgasmo, mentre guardavo il figlio martellare la fica della madre a pochi millimetri dal mio viso. Mi sfilai da loro e Marilyn cambiò posizione, salendo a cavalcioni sul membro del figlio. Allora presi la mia cintura con attaccato il dildo, mi posizionai dietro di lei e, dopo averle abbondantemente lubrificato il buco (ora completamente allargato) la penetrai nel culo.

La doppia penetrazione contemporanea le provocò un orgasmo tremendo. James le riempì la fica di sperma, che mi abbassai a leccare tutto. Poi salimmo entrambe su James: Marilyn sulla sua faccia ed io a cavalcioni sul suo membro. Lo cavalcai fino allo sfinimento, mentre lui provocava orgasmi continui a sua madre, leccandole la fica. Circa tre ore dopo crollammo esausti, ma soddisfatti. Tutti i miei piani e tutti i solo sogni si erano pienamente realizzati. Ed io mi sentivo meravigliosamente bene.


PARTE SESTA - IL MATRIMONIO

Trascorsero l’estate con me. Cedetti loro gratuitamente la villetta sul lago ed assunsi James come guardiano ed amministratore delle mie terre. Chiamai un vecchio amico prete, discreto e che non faceva domande, per sposarli. Quindi ora sono marito e moglie. A maggio Marilyn ha dato alla luce una bellissima bambina. L’hanno chiamata Sherri!

Vado a trovarli molto spesso, anche per delle meravigliose sedute di sesso insieme. Faccio l’amore con entrambi o con uno di loro, indifferentemente, perché nessuno dei due è geloso di me.

Sono trascorsi ormai 13 anni, meravigliosi. Sono stata a trovarli proprio la scorsa settimana, ritornando dalla città, per trascorrere con loro un fine settimana di sesso e relax. James e Sherri sua figlia, stavano giocando nel cortile. La ragazza è corsa da me chiamandomi Zia Sherri e abbracciandomi affettuosamente. Poi è tornata da suo padre. Pensai che avrei avuto altri grandi piani per loro. Sherri era una bellissima ragazza. “Se James ha scopato sua madre non vedo perché non debba scopare sua figlia…” dicevo tra me e me.

Marilyn mi salutò alla porta con un bacio amorevole. Sembrava più radiosa del solito. Mi ha preso la mano e l’ha posata sulla sua pancia. Ho avvertito un leggero rigonfiamento. “Marilyn, sei incinta!” gridai. “Di nuovo” lei ridacchiò. “Non male per una vecchietta ultraquarantenne. Del resto quando fai l’amore tutti i giorni e anche più volte al giorno, alla fine è destinato ad accadere. Forse questo che nascerà sarà maschio.”

Improvvisamente ebbi la visione di una Marilyn cinquantacinquenne, bellissima, ancora in forma e sexy che montava un giovane…suo nipote, urlando di gioia mentre veniva riempita di sperma dal ragazzo. Marilyn guardava fuori verso il lago, con un sorriso sognante sul viso. Capii che anche lei aveva avuto il mio stesso pensiero, quando disse: “Spero proprio che sia un ragazzo…”

FINE
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